“Il problema rifiuti deve essere risolto con il riciclaggio”
A propagandare quello che da tempo è una realtà per tanti paesi o città del Nord Italia, è l’associazione ambientalistica Fare Verde che sabato prossimo terrà una manifestazione informativa sull’importanza ed i vantaggi che derivano dalla raccolta differenziata dei rifiuti. Con gli slogan: “Meno rifiuti in città, più qualità in campagna” e “Per gli avanzi di cucina, la vita continua nel giardino di casa tua”, dalle 9.30 alle 12.30 di sabato 19 gennaio, in via Liguria angolo piazza Sicilia, i volontari di Fare Verde distribuiranno gratuitamente depliant informativi ed un sacchetto contenente compost, un fertilizzante ricco di humus, ottenuto dal riciclaggio dei rifiuti organici in modo differenziato.
Ieri, intanto, nella sede della Circoscrizione Tre Carrare-Solito, Egidio Briganti e Giampaolo Vietri, rispettivamente responsabile provinciale e cittadino di Fare Verde, insieme con Adriano Tribbia, presidente della Circoscrizione, il professor Roberto De Giorgi, responsabile di Rete Ionica Ambientale, e la dottoressa Lella Miccolis, amministratore unico della Progeva srl che gestisce l’impianto di compostaggio a Laterza, hanno affrontato il problema dei rifiuti e spiegato i motivi della necessità di adottare una più incisiva campagna di riciclaggio dei rifiuti (al momento pari al 5% nel capoluogo ionico).
L’emergenza rifiuti, esplosa in tutta la sua gravità in questi giorni in Campania e che sta coinvolgendo anche la Puglia ed il territorio ionico, può essere risolta senza dover ricorrere alle discariche o agli inceneritori, tra l’altro inquinanti. Basterebbe adottare la raccolta differenziata. I dati convincerebbero chiunque. Il 35% del totale dei rifiuti è costituito da materia organica, detto anche umido (residui alimentari e scarti delle lavorazioni di giardinaggio, potature comprese) il 25% invece da carta e plastica, l’8% da vetro e il 5% da metalli vari. Materiali tutti riciclabili.
Non può non saltare agli occhi che queste percentuali ridurrebbero fortemente la quantità dei rifiuti da inviare nelle discariche che rimarrebbero più vuote per un maggior tempo e di conseguenza si ridurrebbero anche i costi. Ma c’è di più. La carta, la plastica ed il metallo potrebbero essere rivenduti producendo risorse economiche di diversi milioni di euro che potrebbero entrare nelle casse comunali per far fronte ai debiti dovuti al dissesto e allo stesso tempo ridurre le tariffe delle tasse sui rifiuti che al momento, a causa delle difficoltà economiche, sono a totale carico dei tarantini.
Inoltre dal materiale organico si può ricavare il compost, un fertilizzante naturale ricco di humus che può contribuire a diminuire il rischio (molto alto per il territorio ionico) di desertificazione, ovvero della mancanza di sostanze naturali nutritive per il massiccio utilizzo di fertilizzanti chimici. Per non parlare della produzione di biogas durante il processo di decomposizione che alcune realtà del Nord sfruttano producendo energia
elettrica.
Nella nostra provincia sono quattro gli impianti di compostaggio presenti, tre funzionanti: a Laterza, Manduria e Ginosa; ed uno, quello di Taranto, annesso all’inceneritore in disuso come l’intero sistema per bruciare i rifiuti. Eppure, come testimonia la dottoressa Miccolis, gli impianti di compostaggio non sono inquinanti, “accelerano processi naturali che noi imitiamo”
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